La Basilica di Santa Croce

La Basilica di Santa Croce

La basilica di Santa Croce

E’ considerata la causa della celebre Sindrome di Stendhal per la sua grandiosità e bellezza. E’ definita il “Pantheon” di Firenze, per gli illustri nomi di cui accoglie le spoglie o semplicemente memoria con statue e monumenti. Come diciamo sempre: prima di arrivare al Boccanegra, fermatevi in piazza Santa Croce – a due passi da noi – ad ammirare il capolavoro dell’omonima chiesa e rimanete qualche minuto a respirarne la maestosità.

La basilica

La Basilica di Santa Croce è una delle più grandi chiese francescane del mondo. Nata per volere di San Francesco intorno al 1200 quando, in visita a Firenze, decise di stabilirsi in città con alcuni seguaci. Fu creato un edificio semplice che potesse accoglierli: nel tempo la comunità crebbe così furono svolti nei decenni molti e importanti lavori di ingrandimento e ristrutturazione, fino alla decisione di ricostruire interamente l’edificio. La chiesa questa volta sarebbe stata maestosa e il progetto fu affidato all’architetto Arnolfo di Cambio, già celebre a Firenze per le sue opere. L’anno della “rinascita” della basilica è considerato il 1294, anche se ci vollero molti anni prima di portarla a termine. Curiosità: è con l’alluvione del 1966, dopo il cedimento del pavimento, che siamo venuti a conoscenza della struttura originale dell’edificio.

I Sepolcri

La Basilica di Santa Croce nel medioevo era un punto di riferimento delle famiglie del quartiere. Non solo lì si rifugiavano e si riunivano ma portavano i loro morti affinché vi venissero seppelliti. Questa usanza venne presto adottata anche dalle famiglie più abbienti che facevano costruire le loro cappelle all’interno della basilica, ricche di opere d’arte e decorazioni. Tra esse troviamo la cappella Bardi, Peruzzi, Baroncelli, Castellani, i Bardi di Mangona e la cappella dei Pazzi, mai ultimata come conseguenza della congiura subìta dalla famiglia. Tra i personaggi illustri arriviamo alla partecipatissima sepoltura di Ugo Foscolo nel 1827, che in Dei Sepolcri scriveva di Firenze “Ma più beata ché in un tempio accolte / Serbi l’itale glorie, […]” e per suo stesso volere fu seppellito accanto ai grandi nomi toscani come Michelangelo Buonarroti, Galileo Galilei e Niccolò Machiavelli. Dopo di lui anche altre salme celebri – di anni prima – arrivarono per essere sepolte, come Gioacchino Rossini, Leon Battista Alberti e Vittorio Alfieri. Tra loro anche il più celebre e contestato a Firenze, Dante Alighieri, la cui storia è stata un po’ più complicata. A lui è dedicato il monumento in piazza Santa Croce.

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