La storia di via Ghibellina a Firenze
Boccanegra si trova in uno dei luoghi di maggiore interesse del centro di Firenze. A due passi da Santa Croce e a cavallo tra due vie storiche, via Verdi e via Ghibellina, ha accanto botteghe celebri come Filistrucchi e un edificio illustre come il Teatro Verdi.
Le porte di Boccanegra sono molte, a testimonianza della sua identità precedente legata ai bottegai e i loro esercizi commerciali. Questi numerosi ingressi – uno per ogni sala – oggi mantengono saldo il legame con l’area su cui si posa il locale. Così ci apriamo verso quella Firenze storica che si respira da ogni pietra dei palazzi circostanti e sveliamo alcune curiosità legate proprio alla via su cui si affacciano le entrate del ristorante e della cantinetta del Boccanegra.
Tra case infestate e tabernacoli, via Ghibellina è una delle strade più antiche e più sinistre di Firenze. In origine era una strada chiusa che terminava all’altezza del Teatro Verdi. Si chiamava via del Palagio del Podestà perché ospitava la residenza podestarile. E’ nel 1261 che inizia la storia di via Ghibellina, quando il podestà di allora, Guido Novello, decise di aprire una porta all’imbocco della via e la chiamò “Porta Ghibellina”.
Si dovrà aspettare il 1862 per vedere questa denominazione estesa a tutta la lunghezza della moderna strada che conosciamo. Subì molte trasformazioni e in epoca antica la via era divisa in più tratti. Il nome della porta divenne nel tempo “Porta Guelfa”, dopo la cacciata dei ghibellini, e alla fine poi fu abbattuta. Lasciate alle nostre spalle le vicende legate alla viabilità del tempo, addentriamoci nei suoi fatti più cupi.
Per una lunga parte di via Ghibellina passavano i condannati a morte che, dopo la sentenza dal tribunale del Bargello, venivano portati al Carcere delle Stinche, dove si troval’attuale Teatro Verdi. Per questo motivo furono posti dei tabernacoli di conforto in questa lunga marcia verso la forca, che terminava alla “Porta della Giustizia” (Torre della Zecca).
A completamento di questo aspetto cupo di via Ghibellina c’è infine un palazzo molto particolare. Isolato per tre lati dal resto degli edifici, davanti allo sbocco di via Michelangelo Buonarroti,al numero 69 si trova la “casa del boia”. E’ proprio da questa dimora, alta e sola come un monito, che deriva il modo di dire solo come un boia. Se non fosse abbastanza, al numero 14 si trova quella che è conosciuta come “la casa infestata di via ghibellina”.
Un caso per altro datato con certezza 1867 poiché fu portato in tribunale dal proprietario per risarcimento danni, contro gli inquilini che ne avevano infangato il nome. Di questa e altre storie potreste sentire parlare quando capitate al Boccanegra. Se siete facilmente impressionabili ricordatevi che con una buona Bistecca alla Fiorentina, fumante davanti a voi, passa ogni paura.
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Siamo nel cuore di Firenze all’interno del trecentesco Palazzo Salviati-Quaratesi, in un ambiente confortevole e raffinato. La scelta del vino migliore, la cura del personale e l’attenzione ai dettagli fanno del Ristorante Boccanegra uno dei locali più amati e piacevoli in città, per una cena romantica o in famiglia.
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